Questa è la seconda parte del racconto "La spada della follia - Il peso del destino".
La prima parte è disponibile presso lo stand de "Il Senso delle Nuvole - Arcadia" presente alla fiera "FullComics & Games" dal 15/04 al 17/04/2011. Venite a trovarci!!
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(continua...)Dopo pochi minuti, il silenzio fu rotto da scalpitii di zoccoli e voci di uomini in rapido avvicinamento. Mi voltai e vidi quattro cavalieri che con fare ardito spronavano i propri destrieri nella nostra direzione.
Gli altri si alzarono incuriositi: Nikolas dopo qualche istante di esitazione riconobbe in quegli individui alcuni abitanti del villaggio distrutto l’altra notte.
Lo sguardo indagatore dei nuovi arrivati cadde su di noi ed in particolar modo su di me.
I cavalli si fermarono e tre dei quattro uomini scesero con le spade sguainate, domandando con rabbia e arroganza: «Siete voi i forestieri giunti la scorsa notte nella città di Kaiif?».
Nessuno di noi rispose; i loro sguardi ci studiarono come predatori pronti ad assalirci.
Dopo qualche momento Nikolas accennò un segno di diniego con la testa e con voce impostata mentì: «Non siamo coloro che state cercando; di fatti siamo appena giunti in queste terre dalle lontane Contrade dell'Ovest.»
Uno di loro sorrise e si avvicinò a Nikolas, gli mise una mano sulla spalla e con l’altra gli affondò la spada nel ventre fino all'elsa.
I miei occhi si dilatarono, rimasi immobile come pietrificato, mentre Milena e Job mossi dal dolore si scaraventarono su colui che aveva ucciso il nostro compagno.
Quello che successe dopo si verificò nel giro di pochi istanti: vidi la freccia, partita dall’arco dell'unico rimasto in sella, trapassare il petto di Milena, che di lì a poco stramazzò al suolo, mentre Job lottava furiosamente con l'uomo che aveva ferito Nikolas a morte.
Avanzai di qualche passo verso di loro e strinsi forte il manico della spada. Sentivo il fuoco ardere nelle vene ed espandersi in tutto il corpo; i miei occhi bruciavano, scintille improvvisamente dominavano il limite del mio campo visivo.
Con l'ira che ormai si era impossessata di tutto il mio essere, tirai un rozzo fendente nell’aria diretto ai nemici e ai miei compagni, sebbene fossi lontano dalla battaglia,
Le mie mani furono pervase da una forza immensa, poi, il fuoco che mi circondava avvampò... e fu il buio.
Quando ripresi i sensi, intorno a me vidi solo terra bruciata.
Facevo fatica a muovere le mani a causa delle profonde bruciature che avevano aggravato le precedenti ferite; dolente, mi guardai intorno, e fu solo allora che notai i cadaveri carbonizzati dei cavalli e dei loro padroni.
Più in la vidi quello che rimaneva dei corpi di Nikolas e Milena; e infine Job, che cercava disperatamente di proteggersi il volto con le mani, ma non era altro che un ammasso di carne carbonizzata.
Raccolsi con non poche difficoltà la spada: la presi tra le mani e fissandola tra le lacrime giurai a me stesso che l’avrei distrutta, o quantomeno celata in un luogo che mai più occhio umano avrebbe trovato.
Lo urlai, urlai questo mio desiderio con quanto fiato avevo in gola.
Fu in quel momento che gli occhi del volto inciso sulla coccia di quella spada maledetta si aprirono: la lama prese a vibrare innalzandosi minacciosamente a mezz'aria, come a punirmi per ciò che avevo detto.
Riafferrandola con tutta la forza di cui ero capace ed ignorando il dolore, promisi a me stesso che la avrei dominata, sì... almeno fino al momento in cui sarei riuscito a trovare un luogo sicuro dove celarla... ma in fondo non volevo, non potevo abbandonarla.
E' sempre stata la spada a dominarmi… e solo ora me ne rendevo conto.
Autore: Drake
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